L’archeologia si sta trasformando e modernizzando grazie ai nuovi strumenti che vengono sviluppati. Si potrebbe pensare che nel Mediterraneo siano rimaste poche scoperte da fare, dato che per anni i subacquei, oggi aiutati dai robot, hanno setacciato più volte praticamente ogni angolo di questo mare alla ricerca di resti del passato. Ma la tecnologia e le capacità umane hanno dei limiti che, fortunatamente, il rapido sviluppo e l’evoluzione possono superare. Ne è un esempio la scoperta che un gruppo di ricercatori francesi ha fatto in una delle zone più profonde e quindi inesplorate del Mediterraneo. A circa 2.750 metri di profondità hanno trovato una nave, racchiusa in una sorta di capsula del tempo naturale, poiché si trovava in condizioni sorprendenti grazie al fatto che nella zona in cui si trovava non c’erano correnti, la temperatura era vicina allo zero e la particolare composizione chimica dell’acqua agiva come un balsamo conservante naturale. Ma non solo la parte esterna della nave era in ottime condizioni, anche al suo interno sono state trovate circa 200 brocche di ceramica decorate, che hanno permesso agli archeologi di stabilire che si trattava di un bottino rinascimentale del XVI secolo.
Tecnologia all’avanguardia per arrivare in profondità

Se dal punto di vista storico si tratta di una scoperta affascinante, lo è stata anche la tecnologia utilizzata per scendere. I ricercatori hanno infatti utilizzato materiali dell’esercito francese, in particolare veicoli sottomarini telecomandati con bracci articolati, telecamere 4k e sistemi di mappatura.
Da sottolineare il livello di precisione di questi bracci, che nonostante siano controllati a migliaia di metri sotto il mare possono operare con una precisione millimetrica preservando gli oggetti ritrovati. E non solo: affinché questi oggetti non si danneggino una volta riportati in superficie, vengono sottoposti a processi di desalinizzazione e stabilizzazione in laboratori specializzati.
Con questa scoperta è sempre più evidente che l’archeologia sta cambiando e che la robotica, la scienza dei dati e la conservazione avanzata saranno fondamentali in futuro per aiutarci a comprendere ancora meglio il passato.
