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Guida all’euro digitale: come e per cosa potremo utilizzarlo

Non sarà una rivoluzione per i cittadini. Sarà solo un’altra applicazione sul cellulare, anche se consentirà di effettuare pagamenti “offline”. L’euro digitale entrerà nelle nostre vite nel 2029, non appena supererà l’iter legislativo e il Parlamento europeo darà il via libera definitivo. La BCE è determinata ad aumentare la sovranità strategica dei pagamenti e a ridurre la dipendenza dalle reti internazionali statunitensi come Visa, Mastercard e Apple Pay. La BCE effettuerà dei test pilota nel 2027. Mancano ancora due anni, ma molte delle sue funzionalità sono già chiare.

Perché l’Unione Europea sta lanciando l’euro digitale e come funzionerà

  • Registrazione. Il primo passo sarà aprire un conto in euro digitali, direttamente su Internet in modo gratuito o recandosi in banca o presso qualsiasi ente autorizzato come fornitore di servizi di pagamento.
  • Utilizzo. A tutti gli effetti funzionerà come un portafoglio digitale accessibile dall’applicazione mobile della banca. Sarà possibile richiedere una carta collegata al conto in euro digitali. Ci sarà un’applicazione mobile specifica per i cittadini non bancarizzati.
  • Limiti. Ogni persona avrà un saldo massimo sul proprio conto in euro digitali. Si ipotizza che tale importo sia di 3.000 euro, ma potrà variare a seconda del tenore di vita di ciascun paese membro e potrà essere soggetto a revisioni periodiche in futuro. Con questo limite massimo, la BCE vuole evitare una fuga dai depositi e dai conti aperti nelle banche verso i conti dell’Eurosistema. Tuttavia, ciò non significa che potremo spendere solo quei 3.000 euro. Potremo pagare nei negozi e trasferire denaro come ora, senza limiti prestabiliti nell’importo delle transazioni.
  • Obbligatorietà. La normativa non obbliga nessun cittadino a utilizzare l’euro digitale. Si potrà continuare a pagare in contanti, tramite applicazioni bancarie come Apple Pay, o con carta Visa, Mastercard o American Express.
  • Pagamenti “offline”. La grande novità offerta dall’euro digitale rispetto ai mezzi di pagamento attualmente disponibili è che potrà essere utilizzato senza connessione a Internet. Tuttavia, solo per i cosiddetti pagamenti di prossimità e per importi di denaro modesti, ancora da definire. Probabilmente sarà limitato a 1.000 euro, l’importo massimo consentito dalla legge per i pagamenti in contanti. Per inviare denaro da persona a persona, invece di selezionare il nome del contatto sul cellulare, sarà sufficiente avvicinare i dispositivi del mittente e del destinatario affinché il trasferimento sia effettivo.
  • I commercianti, obbligati ad accettare l’euro digitale. Inoltre, dovranno pagare una commissione di interscambio per ogni operazione, come avviene per gli acquisti pagati con carta di debito/credito di qualsiasi rete internazionale. L’intenzione è che il costo per accettare un’operazione in euro digitali sia inferiore a quello addebitato da Visa o Mastercard.
  • Privacy. Ogni conto aperto in euro digitali avrà un identificativo tecnico, ma non conterrà alcun tipo di informazione personale dell’utente, nemmeno il paese in cui risiede. I pagamenti saranno anonimi per l’Eurosistema, ma fonti finanziarie sottolineano che la privacy non sarà totale. Gli acquisti lasceranno traccia all’interno del circuito bancario se abbiamo un conto in euro digitali collegato all’app di un istituto finanziario.
  • Chi pagherà il conto. Le banche europee dovranno pagare una parte sostanziale. Le spese di liquidazione saranno a carico dell’Eurosistema, ma i costi di connessione saranno a carico del settore finanziario. La BCE prevede che l’investimento netto ammonterà a un totale compreso tra 4 e 5,8 miliardi in quattro anni. “Ciò rappresenta il 3,4% del budget tecnologico di una banca leader. Può sembrare gestibile per i grandi gruppi, ma è significativo per gli istituti più piccoli“, avverte l’agenzia di rating Scope. La Banca incoraggia gli istituti a identificare sinergie per cercare di ”contenerli al massimo”.

La BCE chiede che venga approvato subito

Il presidente del gruppo di lavoro creato dalla BCE per l’euro digitale, Piero Cipollone, ha affermato ieri che l’intenzione dell’autorità di vigilanza è quella di avviare una fase pilota a metà del 2027 e ha esortato ad approvare il prima possibile il progetto di legge durante un intervento alla Commissione Economia del Parlamento Europeo. Tale progetto legislativo è guidato dal europarlamentare Fernando Navarrete. Cipollone assicura che l’euro digitale non porterà alla scomparsa delle applicazioni finanziarie “I consumatori, i commercianti e le banche trarranno vantaggio dall’euro digitale. Inoltre, si ridurrà la dipendenza dell’Europa dai fornitori non europei, rafforzando la nostra resilienza, autonomia e sicurezza economica”, ha affermato. 

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