Il riscaldamento è una necessità nella stagione autunnale e invernale, ma a volte i termosifoni accesi non sono sufficienti. Quando fuori fa molto freddo, il calore delle stanze letteralmente “scappa”. Si tratta di un fenomeno naturale, ma genera notevoli spese per mantenere la giusta temperatura in casa. In una certa misura è possibile prevenirlo. La cosa fondamentale è sapere dove si verificano le maggiori perdite di calore. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si tratta affatto di porte o finestre, anche se ovviamente il loro isolamento e la frequenza con cui vengono aperte hanno un grande impatto sul comfort termico degli ambienti.
Il riscaldamento non basta. L’isolamento è molto importante

Molte persone durante la stagione autunnale e invernale si lamentano del freddo in casa nonostante i termosifoni siano accesi. Il colpevole non è sempre evidente. Secondo il portale dedicato all’edilizia e alle ristrutturazioni, il più delle volte si tratta del… tetto non coibentato.
L’aria riscaldata, secondo le leggi della fisica, sale verso l’alto. Ecco perché il tetto e la soffitta sono tra i principali punti da cui il calore fuoriesce dagli edifici. Si stima che un tetto non adeguatamente isolato possa causare una perdita di energia termica fino al 30%. Soffitti in legno, vecchie finestre da tetto o isolamento non adeguato sono i problemi più comuni che fanno aumentare i costi di riscaldamento.
Non solo il tetto, ma anche le pareti esterne possono essere una grande fonte di dispersione di calore, responsabile del 20-25% della perdita di energia. Il problema è spesso rappresentato da sistemi di isolamento obsoleti o dalla loro mancanza. Negli edifici più vecchi è frequente vedere l’isolamento staccato dal muro. In questi casi può essere utile un’ispezione con una termocamera, che indicherà con precisione i punti esposti al raffreddamento.
Vale anche la pena prestare attenzione agli infissi delle finestre e delle porte. Finestre e porte non a tenuta possono essere responsabili del 10-25% delle perdite di calore. La sostituzione delle guarnizioni, l’uso di schiume di montaggio o l’investimento in finestre moderne con un basso coefficiente di trasmissione termica sono misure che possono portare a risparmi tangibili.
Le fondamenta non isolate sono un altro problema spesso ignorato. Il freddo proveniente dal terreno può penetrare all’interno della casa e il calore può fuoriuscire verso il suolo, causando perdite dell’ordine del 10-15%. Se si modernizza un edificio, vale la pena considerare l’isolamento della zona seminterrata e l’isolamento accurato dei giunti delle lastre dei balconi, che spesso costituiscono ponti termici lineari.
Non bisogna dimenticare anche la ventilazione. Molte persone, nel tentativo di trattenere il calore, sigillano le griglie di ventilazione, ma questo è un grave errore. La mancanza di ricambio d’aria porta alla formazione di umidità e gli ambienti umidi sono più difficili da riscaldare.
Come verificare dove si disperde il calore?
Sebbene le perdite di calore possano sembrare difficili da identificare, in realtà bastano pochi semplici passaggi per diagnosticare il problema e iniziare ad agire.
L’esame con una termocamera indica efficacemente i punti esposti al raffreddamento. È anche possibile rilevare le perdite in casa senza attrezzature specializzate. Uno dei modi più semplici è il cosiddetto test della candela, che può essere eseguito autonomamente con una spesa minima. Bastano una candela accesa e un po’ di pazienza.
Il test va eseguito preferibilmente in una giornata fredda e ventosa, quando la differenza di temperatura tra l’interno e l’esterno è evidente. Per iniziare, spegnere la ventilazione meccanica, chiudere porte e finestre e spegnere le luci. Si sposta lentamente la candela accesa, collocata in un candeliere stabile, lungo i potenziali punti di perdita: telai delle finestre, porte, pareti o botole della soffitta. Se la fiamma inizia a oscillare, significa che in quel punto c’è un movimento d’aria.
