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I risparmi in dollari raggiungono un nuovo record dopo le elezioni

I depositi privati in dollari statunitensi hanno raggiunto a novembre i 35,540 miliardi di dollari, un livello record dall’uscita dalla convertibilità, secondo i dati della Banca Centrale.

Depositi in dollari in forte crescita: i risparmiatori si spostano dalla valuta locale a quella forte

Il mese scorso l’aumento è stato di circa 440 milioni di dollari, pari a circa l’1,2%. Il prolungato aumento conferma che gran parte dei dollari depositati da famiglie e imprese rimane all’interno del sistema bancario, anche se circolano alcuni timori in un contesto macroeconomico in evoluzione.

Meno di tre mesi fa, a settembre, anche i depositi privati in dollari avevano registrato un aumento significativo, superando i 33,8 miliardi di dollari, anticipando questa impennata.

L’aumento dei depositi in valuta estera non solo dimostra una maggiore fiducia nella stabilità del dollaro, ma anche un cambiamento nel comportamento dei risparmiatori, che in larga misura hanno trasferito fondi dai depositi in pesos ad attività in valuta forte. Durante i mesi di ottobre e novembre, questi investimenti in dollari hanno registrato un aumento netto che in alcuni casi ha superato i 1.170 milioni di dollari, mentre i depositi in pesos hanno registrato un deflusso pari a circa 1.700 milioni di dollari.

Questa dollarizzazione, che si è intensificata prima e dopo le elezioni, differisce nelle sue caratteristiche rispetto a situazioni simili del passato, poiché la maggior parte di questi fondi in dollari rimane all’interno del sistema finanziario formale e non viene riversata massicciamente nel “materasso” o in banconote al di fuori del circuito bancario.

Una tendenza alla dollarizzazione dei risparmi

Ciò dimostra una percezione di minore rischio sistemico, sostenuta anche dalla relativa stabilizzazione del tasso di cambio e dalle moderate aspettative di cambio nel breve termine. In combinazione con la politica monetaria e il calo dei tassi, questa dinamica ha permesso ai depositi in valuta estera di alimentare l’espansione del credito in dollari, con alcune banche che hanno aumentato la concessione di prestiti in questa valuta più che in pesos.

Il contesto economico e politico è stato fondamentale per questa tendenza alla dollarizzazione. La cautela prevalente nei mesi precedenti le elezioni e la prolungata incertezza valutaria hanno spinto gran parte dei risparmiatori a cercare rifugio nel dollaro.

Alcuni analisti sottolineano che, fintanto che i segnali inflazionistici e valutari rimarranno sotto controllo, questa tendenza potrebbe stabilizzarsi senza grandi scossoni. La Banca Centrale sta riuscendo a mantenere il tasso di cambio all’ingrosso in un regime di bande, anche se si sono osservati aumenti consecutivi che hanno portato la sua quotazione a posizionarsi leggermente al di sopra dei 1.450 pesos.

Parallelamente, il valore del dollaro al dettaglio è rimasto stabile intorno ai 1.475 pesos nella quotazione di riferimento della Banca Nazionale. In questo scenario, l’autorità monetaria è impegnata in una complessa gestione dei flussi, cercando di preservare il livello di attività, mantenere le riserve e rispettare gli impegni esterni.

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