Causale del bonifico: cosa evitare assolutamente per non avere problemi con la banca. Pensi che la causale di un bonifico bancario sia un dettaglio senza importanza? O magari la consideri un’occasione per dare libero sfogo alla creatività e strappare un sorriso al destinatario? In realtà, una causale apparentemente scherzosa può attivare procedure automatiche che potrebbero generare una serie di conseguenze indesiderate: dal blocco dell’operazione alla richiesta di chiarimenti da parte della banca. E allora: cosa NON bisogna mai scrivere nella causale? Meglio saperlo in anticipo.
Bonifici online: la quotidianità finanziaria degli italiani

Pagare online è diventato un gesto quotidiano. Effettuare bonifici dal telefono tramite le app bancarie è ormai una comodità irrinunciabile: veloce, semplice e — se usata responsabilmente — sicura.
Non bisogna però dimenticare che le banche processano milioni di operazioni al giorno, e che sofisticati algoritmi monitorano costantemente le transazioni per individuare attività potenzialmente sospette.
Bonifici che non destano sospetti
Nella maggior parte dei casi, la causale non ci crea alcun dubbio: per pagare acquisti online o utenze basta inserire il numero d’ordine o la descrizione indicata nella fattura. Nessuna emozione, nessun commento, nessun “abbellimento”.
È il modo più semplice per tenere sotto controllo le proprie finanze e per garantire che la banca non trovi nulla di anomalo o ambiguo. I problemi iniziano quando la causale si discosta troppo dallo standard e può essere interpretata come un possibile segnale di attività illecite.
Scherzi a parte: cosa evitare nella causale del bonifico
Molti bonifici vengono effettuati tra amici o familiari, e per alcuni questa è l’occasione perfetta per inserire causali spiritose. “Perché non far sorridere un amico?”, si pensa.
Eppure, questo approccio è più rischioso di quanto sembri.
Le banche prendono molto sul serio il contenuto delle causali. I loro sistemi sono progettati per intercettare parole o frasi che possano suggerire comportamenti sospetti.
Ecco cosa non bisogna mai inserire:
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volgarità, insulti o termini offensivi — l’algoritmo non capisce il contesto ironico;
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riferimenti a reati (anche per scherzo): droghe, armi, corruzione, tangenti, traffici illeciti;
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allusioni all’evasione fiscale o pagamenti “in nero”;
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accenni a prestazioni “delicate” che potrebbero essere fraintese.
Quello che a noi sembra una battuta innocua, per un sistema anti-riciclaggio può essere un campanello d’allarme.
Le possibili conseguenze

La tua creatività potrebbe anche divertirti, ma la banca potrebbe non apprezzarla affatto.
Le conseguenze includono:
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blocco immediato del bonifico finché non fornisci spiegazioni;
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sospensione temporanea del conto;
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nei casi più seri, revoca del rapporto bancario.
Se il contenuto della causale viene giudicato realmente sospetto, la banca può inoltrare una segnalazione alle autorità competenti, tra cui:
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UIF — Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Banca d’Italia),
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Agenzia delle Entrate,
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Guardia di Finanza,
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Procura della Repubblica, qualora si ipotizzino reati fiscali o finanziari.
Causale del bonifico e affidabilità finanziaria
Trasparenza e chiarezza nelle causali non sono solo una buona pratica, ma anche un elemento importante della propria affidabilità bancaria.
Troppe operazioni con causali poco chiare potrebbero farci apparire come clienti rischiosi. Questo può influire negativamente su:
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valutazione del merito creditizio,
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concessione di un prestito,
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limiti del fido,
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condizioni economiche proposte dalla banca.
In conclusione
La causale del bonifico non è un campo da improvvisare o da usare per scherzare. Anche una frase inserita senza intenzioni negative può scatenare verifiche lunghe e spiacevoli.
Meglio optare sempre per descrizioni brevi, chiare e inequivocabili.
